“Astenersi principianti” di Paolo Milone
Recensione di Giuseppina Filippi
Dopo la malattia mentale, Paolo Milone ci accompagna a confrontarci con quella che da sempre è la più grande paura dell’uomo: la morte. Lo fa con toni leggeri, con pennellate che tratteggiano versi o brevi apologhi , ciascuno dei quali rappresenta vari modi di affrontare l’unica certezza che in fondo abbiamo in questa vita: l’ineluttabilità della morte. Temerla, ignorarla, esorcizzarla, aspettarla, ingannarla, rinviarla, giocare con lei a bocce… Alla fine della lettura l’idea della morte non ci sembra più così temibile, e ci viene naturale interrogarci su quale sarà la nostra modalità, sarà davvero come un chiudere la luce a trasloco avvenuto? Ma se siamo ingenui mediocri principianti, perdenti in partenza nella partita con lei, allora è meglio non sprecare nemmeno un attimo di quella “casa cadente piena di spifferi” che è la vita, perché “quel poco che c’è, è qui”. Come sembra ammonirci quel prete che dialoga con lei : “Ragionando tanto della morte, mi sono fatto scappare qualcosa della vita”. Questo sì dovremmo temere: non vivere intensamente il tempo che ci è dato. Perchè in un attimo passeremo da esordienti a esperti, senza troppo studio, senza esami e senza fatica ed è meglio, in quell’attimo, non avere il peso dei rimpianti.
Ancora una volta Milone è riuscito a spiazzarci, proponendoci un altro tema scomodo. Ancora una volta lo ha trattato con leggerezza, quasi a volerci confortare delle nostre paure.