DOVE VA IL ROMANZO? Una nuova recensione dalle lettrici del corso di Elisabetta Degl’Innocenti.
Il libro di oggi è “Questa sera è già domani” di Lia Levi.
Recensioni: LAURA IVANI e GABRIELLA GARIGLIO.
Schede di lettura: GABRIELLA GARIGLIO e CHIARA SARASINI.
La storia di una famiglia di ebrei non osservanti ai tempi delle leggi razziali in Italia, più precisamente a Genova. Una storia finita bene anche se iniziata male. Iniziata male per troppa ingenuità nel non credere che anche in Italia per gli ebrei le cose si sarebbero messe male prima o poi: “L’ottimismo ad ogni costo può anche essere ottusità”. Finita bene per la caparbietà di Alessandro, figlio adolescente di una coppia male assortita ma che, alla resa dei conti, ha retto alle offese del fascismo e dell’antisemitismo. Un romanzo che ha vinto il premio Strega nella sezione ragazzi ma che di romanzo di formazione ha poco o niente: un maggiore approfondimento della figura di Alessandro e soprattutto la storia vista dal suo punto di vista sarebbero state scelte narrative auspicabili. Solo il finale inaspettato e sofferto salva il tutto. Altre storie di ebrei rievocate in interviste o testimonianze, penso a Liliana Segre, hanno avuto svolgimenti simili ma con esiti spesso negativi. E ciò testimonia come per vite vittime di discriminazioni e persecuzioni ciò che ha, il più delle volte, giocato un ruolo predominante sia stato il caso o, se si preferisce, la fortuna. Ricordo altri libri che raggruppiamo sotto il genere Shoah quali “Se questo è un uomo” di Primo Levi e uno più recente dal titolo “La scelta di Edith” di Edith Eva Eger, che si pongono e ci pongono tutti la stessa domanda: “Perché io? Perché proprio io mi sono salvato?”. Primo Levi forse non ha saputo trovare una risposta e non ha retto a tanto silenzio; Edith Eva Eger invece ha ribaltato quella angosciante domanda in “Perché non io?”. E questa diametralmente opposta visione della condanna di essere ancora vivi ha salvato la scrittrice dal silenzio a una domanda cui nessuno sa rispondere se non ricorrendo ancora al caso. Lia Levi ha scritto una storia vera, accaduta al marito, il giovane protagonista del romanzo, ma che ha aggiunto poco ad altre narrazioni simili affrontate con più maestria e originalità.
LAURA IVANI
E’ un romanzo biografico che si svolge in un contesto rigorosamente storico, ed è riferito alla vicenda della famiglia del marito Luciano Tas.
La vicenda si svolge lungo la sequenza degli eventi della storia italiana dal 1935 al 1943. Descrive la famiglia Rimon, ebrei scarsamente praticanti, residenti a Genova. In seguito alla promulgazione delle leggi razziali e alle loro ricadute progressive nella vita quotidiana sono costretti ad una fuga tardiva verso la Svizzera.
All’inizio prevalgono, specie nella madre, l’orgoglio e le aspettative verso il figlio vissuto come un figlio-genio. Alla delusione per le aspettative, dimostratesi infondate, si sovrappone una serie di segnali sulla condizione sempre più precaria della comunità ebraica in cui emergono due atteggiamenti opposti: andarsene dall’Italia e al contrario subire pazientemente una discriminazione che col tempo si placherà.
La famiglia subirà l’arresto e il confino e dopo l’otto settembre riuscirà, con difficoltà, a rifugiarsi in Svizzera.
L’intenzione raggiunta è comunicare, specie ai giovani, quanto le leggi razziali abbiano inciso sulla vita di un ragazzo e di una comunità tutta: dalla banalità del quotidiano alla terribile precarietà della condizione di profughi. Forte il richiamo all’attualità: con nuove discriminazioni e nuove deportazioni.
GABRIELLA GARIGLIO
Scheda di lettura di Gabriella Gariglio