DOVE VA IL ROMANZO?
Ed ecco l’ultimo testo analizzato dalle allieve del corso di Elisabetta Degl’Innocenti.
SILVIA FOCARDI ha recensito per noi “L’animale che mi porto dentro” di Francesco Piccolo.
Schede di lettura di SILVIA FOCARDI, CHIARA SARASINI e PAOLA CIUFFI.
Grazie a tutte le autrici per il loro lavoro: è prezioso e ci aiuterà ad orientarci nelle nostre prossime scelte di lettura. Grazie alla docente, alla quale chiediamo… il bis!
SILVIA FOCARDI
“L’animale che mi porto dentro” è un mémoire. Apparentemente autobiografico.
Non c’è una vera e propria trama.
E’ un insieme di ricordi, non necessariamente ordinati nel tempo, con cui l’autore cerca di spiegare e di spiegarsi, cosa lo ha fatto diventare l’uomo che è.
Il libro inizia con il ricordo di quando da piccolo si aggregava al gruppo di uomini di ogni età che andavano a “guardare le svedesi”, cominciando così ad assimilare le modalità proprie dell’essere “maschio”.
Crescendo, con le prime delusioni amorose, scopre la sua parte sentimentale.
I molti episodi raccontati, evidenziano la costante conpresenza della parte “sentimentale” e di quella “bestiale”.
La vicenda si svolge partendo da quando era piccolo e giunge fino a quando è un uomo di cinquant’anni, sposato e con figli.
Il personaggio principale è anche la voce narrante e tutti gli altri personaggi fanno da sfondo e da strumento per la sua formazione.
La scrittura è accattivante, ironica e spiritosa.
Il linguaggio diretto, colloquiale ma, a volte, può essere disturbante per il lettore.
Sembrano ricordi personali ma, con le dovute differenze, attribuibili forse a tutti i maschi e, narrati con l’intento di fare un’analisi interiore.
“Ho costruito tutta la mia crescita in contrasto con lo stereotipo del maschio, con un misto di imbranataggine e volontà di essere diverso. Ma non ho potuto evitare che il nucleo del maschio si conservasse intatto, e apparisse ancora e sempre, tutte le volte, atteso o inaspettato”.
A una lettura superficiale è un libro divertente, ma non è solo questo. C’è una vena di malinconia che pervade ogni pagina.
Mi è sembrato un libro coraggioso che permette alle lettrici di cogliere un po’ meglio la complessità del mondo maschile
Scheda di lettura di Silvia Focardi